Il futuro (drammatico) della nostra medicina e della nostra sanità senza democrazia
Nell’articolo apparso oggi sulla Repubblica, qui allegato, si trova il germe di un drammatico futuro della nostra medicina e della nostra sanità, intesa come servizio sanitario pubblico universalistico. La cura c’è, ma costa quasi 2 milioni di euro. Con questa cifra si può salvare una vita sperimentalmente per decisione dagli scienziati oppure le vita di persone ricche, molto ricche o potenti, appartenenti a caste dominanti. A guardar bene abbiamo già da tempo preso questa china ed è noto che cure appropriate e soprattutto effettuate nei tempi opportuni sono sempre più, come si usa dire, Pocket. Cioè pagate di tasca propria dagli assistiti. Anche a Bologna molti cittadini a basso reddito, non soltanto anziani come spesso si pensa ma anche componenti di giovani famiglie, ragazzi, non si possono permettere cure adeguate – ad esempio odontoiatriche – per mancanza di soldi.
Allora vengono in mente le parole del filosofo francese Gabriel Marcel, caro ad Achille Ardigò :”Per la conoscenza scientifica ciò che conta è il risultato, e una volta che questo sia stato raggiunto diventa irrilevante sia il percorso che si è fatto per ottenerlo, sia l’autore di tale percorso e cosa accadrà dopo”.
Dobbiamo sapere prima cosa accadrà dopo e c’è una sola strada per farlo: garantire al welfare state sanitario, questa grande conquista europea degli ultimi settanta anni, un futuro democratico e non affidarlo a tecnocrati e politici autoritari e tanto meno al mercato.