La Scuola Achille Ardigò al Festival della Sociologia 2020 a Narni” di Sara Sbaragli
Nella storica e arroccata Narni lo scorso 15-16 ottobre si è tenuto il Festival della Sociologia 2020 sui temi della “Seduzione e città globale. Rifare la società dopo il Covid-19” a cui ha partecipato la Scuola di Achille Ardigò con un panel di interventi.
L’epidemia mondiale del Covid-19, arrivata in modo inaspettato, si è estesa ovunque acuendo la profonda difficoltà di stare insieme e incrinando le strutture su cui ha poggiato l’organizzazione sociale fino ad oggi.
In Italia e nel mondo, il contagio dell’epidemia ha imposto e obbligato processi di distanziamento con cui la sociologia non può che confrontarsi, lasciando intravedere nuovi modi di aggregazione e socialità. Le scienze sociali sono chiamate ad interrogarsi sul funzionamento della società come risorsa vitale per ripensare la dimensione culturale delle biografie individuali, delle città e dei singoli quartieri all’interno dello spazio pubblico e all’indomani della crisi sanitaria. In questo scenario subentrano le micro e macro tecnologie a supporto del singolo, del collettivo e di ogni area e struttura del sociale.
In questo orizzonte di senso si inseriscono gli interventi dei relatori della Scuola Achille Ardigò che si sono tenuti il 15 ottobre 2020 sul tema delle “Micro aggregazioni per sopravvivere anche ai virus: le community for issues nella città globale”: Mauro Moruzzi (Presidente CTS Scuola Achille Ardigò); Roberta Paltrinieri (Dipartimento delle Arti, Unibo); Piergiorgio Degli Esposti (Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia) e Giulia Allegrini (Dipartimento delle Arti, Unibo).
Nello specifico, Mauro Moruzzi sottolinea come il Welfare Comunitario vada oltre il welfare prestazionale ed è volto a “connettere” e “fare comunità”, non è funzionale solo per i malati ma anche per gli anziani, i bambini e le famiglie. Si passa dalla “prestazione” alla “presa in carico” in quartiere che include l’offerta sanitaria ma non si limita a questa. In questo progetto politico i servizi vengono democraticamente pensati e offerti a partire da una “co-progettazione” che vede gli utenti direttamente coinvolti e i micro e macro media divengono fondamentale nei processi assistenziali al tempo del Covid.
Roberta Paltrinieri e Giulia Allegrini si sono focalizzate su “Il fenomeno dei social media nella città metropolitana di Bologna” attraverso i risultati di una ricerca svolta dal Dipartimento delle Arti nel contesto bolognese. Dai risultati emerge un ecosistema abilitante nel contesto della città di Bologna che si situa nel solco ed in continuità dei diversi percorsi di partecipazione promossi dal comune (Lab di quartiere, Bilancio Partecipativo, e patti di collaborazione). Le pratiche e le dinamiche di solidarietà sociale che mettono al centro l’utilizzo di social media si innestano in parte in questo ecosistema e in parte lo rafforzano e ne rappresentano una evoluzione che stiamo osservando sia nella direzione di forme di attivazione «dal basso» che delle possibili forme di incontro tra le istituzioni e i cittadini variamente (auto)organizzati. Da un lato si stanno facendo spazio delle comunità di pratiche che tentano di dare valore ai legami deboli e si pongono in prospettiva «bridging», tuttavia questo rimane un nodo centrale rispetto alla capacità di generare forme di solidarietà sociale e nuove aggregazioni «aperte» e inclusive. Anche in questa ricerca emerge quanto importante sia la dinamica tra cittadinanza «esperta» dotata di capacità e culture civiche e cittadini singoli o non organizzati che non appaiono allo stesso modo dotati.
Invece, l’intervento di Degli Esposti era legato a “Smart City e Luoghi di consumo fisici e digitali”. L’intervento ha analizzato l’evolversi del concetto di Smart city intesa come variabile socio tecnica (città fatta di tecnologie ma anche di persone). Nello specifico poi ha approfondito come le tecnologie digitali impattano sulla trasformazione urbana dei luoghi di consumo, dai mega shopping mall ai mega siti di e-commerce. In questo senso Lockdown e Covid per il contesto italiano hanno rappresentato il catalizzatore di un processo già in atto..