Partire dalle intuizioni per costruire il futuro
Sedersi a tavola con Achille Ardigò era come prendere parte al simposio di Platone. Per il professore di sociologia, deceduto il 10 settembre 2008, ogni ritrovo di famiglia era infatti occasione buona per mettere in campo le idee e confrontarsi gli uni con gli altri. Tutti i presenti, dal nipotino di quattro anni alla più anziana delle zie, avevano diritto a un loro spazio per esprimere le proprie opinioni. Ardigò, persona dotata di una grande capacità di ascolto e accoglienza, richiedeva soltanto che argomenti di conversazione non fossero l’avere, il fare concreto, ma le idee. Così, un ambiente dove di solito si tende a parlare di fatti e di persone diventava prima di tutto un luogo di scambio, vero e proprio circolo filosofico dove ascoltare ed essere ascoltati con interesse.
Oggi i famigliari e i personaggi che ebbero modo di incontrare il professore amano ricordarlo per le sue doti più umane, per il coraggio, l’entusiasmo e l’intraprendenza. Ardigò era un uomo versatile, in grado di affrontare con passione le discipline più disparate, dalla politica alla sociologia, utilizzando sempre quell’approccio filosofico che gli era caratteristico anche nella vita quotidiana. Come durante i conviti famigliari che si trasformavano in brain storming di gruppo, il professore sapeva condurre la stessa tempesta cerebrale in ogni situazione, per far sì che i problemi si risolvessero a partire da brillanti intuizioni. Proprio sulla base di questo metodo è fondata l’Associazione Achille Ardigò che si configura come un luogo d’incontro aperto soprattutto ai giovani, un’agorà in cui condividere idee e opinioni allo scopo di portare avanti il pensiero del professore.