Welfare elemento distintivo della democrazia europea. Una riflessione che porta al Welfare dinComunità
Ezio Mauro scrive un articolo oggi su Repubblica interamente dedicato al Welfare come elemento distintivo della democrazia europea. Il Welfare e ciò che ci ha permesso di sopravvivere, seppur con difficoltà, negli anni drammatici del COVID19 ma anche in quelli non meno difficili della globalizzazione. Conclude dicendo che l’unica cosa che il Welfare non ha saputo fare è proteggere se stesso perché rischia di essere scardinato per tante ragioni: economiche e finanziarie ma anche di diseguaglianza sociale, di invecchiamento della popolazione, di lavoro che non c’è più. Però c’è un fatto nuovo, aggiungiamo noi: l’Europa scopre di avere enormi risorse, enormi capitali che giacciono in inutilizzati nei forzieri delle banche a tasso zero. Una piccola parte di questa enorme ricchezza non investita è rappresentata da Ricovery Found, dal PNRR. Ė la strada, per un verso, di un nuovo Welfare europeo dove le risorse accumulate dei profitti della globalizzazione potrebbero essere investite per ridare lavoro e socialità. Ma non basta. Il vecchio Welfare era un po’ gerarchico, oggi diremmo top down, calato dall’alto con le pensioni e i sussidi di disoccupazione. Con il diritto alla scuola e alla salute. Oggi questo Wellfare standardizzato, settorializzato non va più bene. Bisogna anche ricostruirlo dal basso portando la gente a un’attività ‘sartoriale’ sui servizi erogati dal pubblico anche con il concorso del mercato e del volontariato: è il welfare di comunità che propone già da quattro anni la Scuola Achille Ardigò nata per iniziativa della nostra successione. Di seguito l’articolo apparso su Repubblica dioggi 22 novembre.