L’articolo del giorno/La Stampa/ verso l’immortalità
L’articolo del giorno/La Stampa/ verso l’immortalità. Ci sta lavorando Google. Oltre i 120 anni, che fin’ora erano considerati la barriera biologica dell’invecchiamento, per chi potrà permetterselo. Immaginate un mondo dove ricchissimi incartapecoriti ultracentenari sopravvivono alla gente comune. Un mondo dominato da una gerontocrazia. Secondo la teoria di Einstein, poi, il tempo non esiste, è solo una funzione dello spazio. I sostanza, per semplifificare, un vecchio è solo un individuo con una diversa disposizione spaziale delle cellule e degli atomi corporei rispetto a uno più giovane di lui. Quando le cellule si ‘maldispogono’ si verificano fenomeni oncologici o di altra natura che portano rapidamente alla morte. Nella favola della Bella Addormentata nessuno invecchia per cent’anni perché restano immobili. Per sopravvivere dovranno restare immobili. Mentre i giovani e i giovanissimi si muoveranno sempre di più, come fanno i giovani africani immigrati. C’è materia per una riflessione sociologica.
La Stampa 30 agosto
E’ singolare osservare come si “disperdano” energie, e non solo, nel cercare di prolungare la vita invece che migliorare la qualità di quella che già abbiamo.
Non è un caso poi parlare di dispersione in una società che sembra dis-perdersi. Viviamo in un’epoca veloce, interdipendente, tutto si vive a forte velocità. Il concetto di dispersione assume un valore multidimensionale.
Dispersione come perdita di identità, di valori, ideali, punti forti di riferimento, ma anche dispersione come incertezza, vulnerabilità. Ed ancora alla dispersione del consumo, di tempo (che sempre meno dedichiamo a quelli che sono gli affetti familiari, presi come siamo a ricoprire i nostri molteplici ruoli). A volte ci dis-perdiamo pure da noi stessi.
Bauman ha definito la nostra società una società liquida . Il liquido si dis-perde se non riusciamo a contenerlo. Questa società ha bisogno allora (ci diciamo) di una cornice di riferimento, direi quasi di contenimento.
Ognuno di noi può decidere di trovarla dove vuole, dove crede, dove può, dove riesce. Nel bene e purtroppo a volte anche nel male.
Lungi da essere un’analisi sociologica: mi piace pensare che la corsa all’allungamento della vita possa essere intesa come la possibilità di avere ancora tempo per assaporare tutto ciò che abbiamo “perso” disperdendoci.