Lettera ai discenti della Scuola dei Diritti dei Cittadini Achille Ardigò
Carissimi Discenti,
con l’inizio delle Ferie estive vorrei fare una riflessione con voi sull’esperienza, della Scuola dei Diritti dei Cittadini Achille Ardigò
Sono state svolte sei lezioni (di cui una Lezione Magistrale del nostro Arcivescovo don Matteo Zuppi, le Testimonianze del Sindaco di Bologna e del Presidente della Regione) e due Laboratori Autogestiti. Ci attendono in autunno tre lezioni (con i professori Vincenzo Cesareo dell’Università Cattolica di Milano, Giorgio Gosetti, Daniela Memmo dell’Università di Bologna) e una Lezione Magistrale del Senatore Luigi Manconi, un Laboratorio tematico sul rapporto medico paziente (il 23 settembre). Seguirò un evento conclusivo, il 23 novembre, con la partecipazione di numerosi esponenti delle amministrazioni locali e relatori espressione delle ‘Voci della Citta’. Si parlerà di immigrati e immigrazione, diritti al lavoro, alla salute. Nell’evento conclusivo verrano presentate due ricerche dell’Università di Bologna sul diritto alla casa e sui diritti alla cura.
Sempre nella giornata conclusiva, che si volgerà nella Sala del Barracano, verranno consegnati gli attestati di partecipazione al Corso, nelle modalità che conoscete.
Si tratta di un programma ricchissimo di studio, riflessione, di ascolto; un percorso di conoscenza con grandi maestri.
Gli iscritti alla Scuola sono oltre cento, mentre i frequentanti attivi una sessantina.
Cosa dire di questa esperienza, certamente originale se non unica in Italia? Una quarantina di Voi ha risposto su questo punto alle domande di un questionario della Associazione Achille Ardigò – vi consegneremo i dati elaborati e anonimi alla prima lezione della ripresa autunnale, il 14 settembre – in modo molto lusinghiero. Ma noi non ci accontentiamo: vogliamo conoscere meglio il Vostro pensiero e soprattutto vorremmo coinvolgervi maggiormente, in questa seconda parte del Corso, nella progettazione dei programmi della Scuola per il prossimo anno, per i quali, come ha annunciato il Sindaco Virginio Merola, si prospetta una importante collaborazione con il Comune di Bologna.
Parlando con alcuni di Voi mi sono stati posti quesiti, domande, assieme ad apprezzamenti pressoché generalizzati sulla qualità delle lezioni dei nostri docenti.
Il primo quesito è questo. Parliamo di Diritti sul piano teorico, ma come possiamo poi verificare quello che accade a Bologna in pratica, nel comportamento dei responsabili delle amministrazioni locali, della sanità, ecc.?
Non è facile rispondere a questa domanda. Pensiamo, come Associazione, che il formarsi di una buona cultura dei Diritti del cittadino sia il primo passo per quella piccola (ma in realtà, grande) rivoluzione di cui parlava il nostro Maestro Achille Ardigò e che lui riassumeva in una mezza frase: ‘mettersi sempre dal lato dei cittadini’. Vedere le questioni, i problemi, le scelte della politica e dell’amministrazione ‘dal lato dei cittadini’. È un altro modo di guardare il mondo. Un modo che spesso molti hanno dimenticato.
Altri discenti mi hanno fatto osservare che, a volte, le Testimonianze degli amministratori sono sfuggenti rispetto, appunto, alle problematiche concrete del venire meno di Diritti essenziali, come il diritto alla cura in tempi certi, il diritto degli anziani all’assistenza, il diritto dei giovani al lavoro.
Di questo si può discutere, ma il compito di un Sindaco o di un Presidente di Regione è anche e forse soprattutto quello di offrire una prospettiva, uno scenario di speranze e di cambiamento. Un esempio significativo: il nostro Sindaco, intervenendo alle prime lezioni, ha prospettato una nuova dimensione di Bologna dove un welfare solidale e di comunità lentamente sostituisce una visione non più sostenibile dell’intervento pubblico solo statalista, che fa tutto come in passato. Si può essere d’accordo oppure no, ma lo sforzo di tracciare nuove strade, che vede tutti più responsabilizzati, non può non essere apprezzato.
I Diritti si difendono nel cambiamento, guardando al futuro e non nella staticità e nel ritorno al passato.
Come concludere questo nostro primo Corso della Scuola (per progettare poi le cose da fare nel 2018)? Vorrei innanzitutto chiuderlo a Voi e non è una domanda rituale. Pensiamoci veramente assieme.
Abbiamo fatto qualche incontro su questo punto. Qualcuno ha proposto una Carta dei Diritti dei Cittadini per Bologna. Ma giustamente si obiettava che di ‘Carte’ ne abbiamo già tante appese ai muri degli uffici pubblici. Si è pensato a progetti, come un Osservatorio Indipendente per monitorare i tempi di attesa in sanità e per le prestazioni assistenziali. È un progetto a cui teniamo, che potrebbe essere realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna. Idee molto interessante sono scaturite dal Laboratorio autogestito dei Comitati Misti presenti nelle aziende sanitarie, dove è evidente la necessità di un cambiamento nel rapporto tra le associazioni di volontariato e le aziende sanitarie, più rispettoso dell’autonomia dei volontari. Abbiamo appunti di quell’incontro – in particolare quelli redatti dal prof. Altieri – di grande interessa per la nostra riflessione. Altre idee verranno dai ricercatori e, come spero, da Voi.
Mi permetto però di esprimere fin da subito il mio parere, senza ancora averlo confrontato con l’Associazione e la Scuola
La Scuola dei Diritti deve essere e restare una Scuola. In altre parole deve fare formazione e cultura. Cultura dei Diritti dei Cittadini. Il nostro compito non è scendere nell’agone politico – non siamo certamente ‘attrezzati’ a questo ruolo! – né, a ben guardare, quello di dare lezioni agli amministratori della cosa pubblica. Fare cultura è qualcosa di più nobile e importante, perché getta le base per un riscatto autentico da ogni forma di ingiustizia e subalternità.
La cultura da cui siamo partiti, come Scuola, è quella del pensiero di Achille Ardigo. Ardigò pensava – in questo in sintonia con il filosofo e sociologo tedesco Niklas Luhmann – che i sistemi organizzati, compresi quelli pubblici e politici, e i cittadini appartenessero a due mondi diversi, con interessi oggettivamente diversi, non di rado contrastanti. Riteneva però, a differenza di Luhmann, che un dialogo tra questi mondi fosse possibile, nell’interesse del cittadino. A due condizioni: facendo crescere quello che oggi chiamiamo l’empowrment del cittadino, la capacità di quest’ultimo di conoscere, di partecipare, di essere consapevole dei suoi diritti ; e poi, sviluppando tra i professionisti dei sistema, tra i dirigenti e i responsabili pubblici, un senso forte di empatia, di autentica solidarietà sociale, una capacità di mettersi ‘nei panni degli altri’. Due comportamenti virtuosi che si oppongono agli atteggiamenti di arroganza o di disimpegno burocratici, ma anche a quella autoreferenzialità che caratterizza una certa politica e un certo modo di amministrare la cosa pubblica.
Ecco, ‘far Scuola dei Diritti’ significa far crescere questa cultura ardigoiana. Questo potrebbe essere il contributo eccezionale della nostra iniziativa al futuro della città metropolitana di Bologna che si va costruendo in questi anni.
È una discussione aperte, che mi piacerebbe continuare con Voi, discenti della Scuola dei Diritti dei Cittadini, e con tutti quelli che vogliono partecipare.
Un caro saluto e buone vacanze.
Ci rivediamo a settembre.
Mauro Moruzzi
Presidente Associazione Achille Ardigò
Gentilissimo Dott. Mauro Moruzzi
nella Sua
Lettera ai discenti della Scuola dei Diritti dei Cittadini Achille Ardigò
dell 21 luglio 2017
mi soffermo su …..
Ecco, ‘far Scuola dei Diritti’ significa far crescere questa cultura ardigoiana. Questo potrebbe essere il contributo eccezionale della nostra iniziativa al futuro della città metropolitana di Bologna che si va costruendo in questi anni. …
Ritengo che rendere consapevoli di essere parte dei Diritti sia fondamentale
e vista l’esperienza del fascicolo elettronico
potrebbe essere interessante valutare se sia possibile creare un fascicolo elettronico
“sociale”
dove ogni cittadino può trovare la sua “storia” – cosa può chiedere
i referenti e sopratutto i termini e le modalità del procedimento amministrativo.
Solo rendendo attivi e partecipi le persone si può creare quella cultura dei diritti che può permeterci di crescere.
Un saluto massimo rivola